(Tradotto dalla trascrizione inglese dell’iscrizione cuneiforme – tradotto da Silvia Magi)
“LE PRATICHE DI UN TEMPO
Da tempo immemorabile, da quando il grano germogliò (per la prima volta), il capo dei barcaioli aveva in carico le imbarcazioni per il suo proprio tornaconto, il capo dei pastori aveva in carico gli asini per il suo proprio tornaconto, il capo dei pastori aveva in carico le pecore per il suo proprio tornaconto; il capo dei pescatori aveva in carico i luoghi di pesca per il suo proprio tornaconto. Il sacerdote incantatore misurò l’affitto dell’orzo (a proprio vantaggio) ….
I buoi [del tempio] degli dèi aravano i giardini dell’ensi; i giardini e i campi di cetrioli dell’ensi erano nei migliori campi degli dèi; gli asini e i buoi dei sacerdoti furono portati via (dall’ensi). Le razioni d’orzo dei sacerdoti erano amministrate dagli uomini dell’ensi.
Nel giardino di una persona umile un sacerdote poteva tagliare un albero o portarne via i frutti. Quando un morto veniva deposto nella tomba, era necessario consegnare a suo nome sette giare di birra e 420 forme di pane. Il sacerdote uh-mush riceveva mezzo gur [circa quattordici galloni] di orzo, una veste, un turbante e un letto. L’assistente del sacerdote ricevette un quarto di gur d’orzo…
L’operaio era costretto a mendicare il suo pane; il giovane era costretto a lavorare nell’a-zar-la. Le case dell’ensi, i campi dell’ensi, le case della moglie dell’ensi, i campi della moglie dell’ensi,
le case dei figli dell’ensi, i campi dei figli dell’ensi – tutti erano uniti l’uno all’altro. Dappertutto, da un confine all’altro, c’erano i sacerdoti-giudici [mash-kim]… Tali erano le pratiche di un tempo.
‘LIBERÒ GLI ABITANTI DI LARASH’
Quando il dio Ningirsu, il guerriero del dio Enlil, concesse a Urukagina la posizione di lugal [re di città-stato] di Lagash a Urukagina, scegliendolo tra tutta la popolazione, [Ningirsu] gli impose di ripristinare lo stile di vita divinamente di vita decretato dalla divinità. Egli [Urukagina] eseguì le istruzioni del suo lugal divino, Ningirsu.
Rimosse il capo barcaiolo responsabile delle imbarcazioni. Rimosse il capo pastore che si occupava degli asini e delle pecore. Rimosse il capo dei pescatori dai luoghi di pesca. Rimosse il capo del magazzino dalla responsabilità di misurare la razione d’orzo ai sacerdoti incantatori… Rimosse il funzionario di palazzo incaricato di riscuotere la tassa dai sacerdoti.
Le case degli ensi e i campi degli ensi furono restituiti al dio Ningirsu. Le case della moglie degli ensi e i campi della moglie degli ensi furono restituiti alla dea Bau. Le case dei figli degli ensi e i campi dei figli degli ensi furono restituiti al dio Shulshaggana.
Ovunque, da un confine all’altro, non si parlava più di sacerdoti-giudici (mashkim).
Quando un morto veniva deposto nella tomba, venivano consegnati a suo nome (solo) tre boccali di birra e ottanta forme di pani a suo nome. Il sacerdote uh-mush riceveva un letto e un turbante. L’assistente del sacerdote riceveva un ottavo di gur d’orzo…
Il giovane non era obbligato a lavorare nell’a-zar-la; l’operaio non era costretto a mendicare il suo pane. Il sacerdote non invadeva più il giardino di una persona umile.
Decretò anche: Se a un cliente nasce un buon asino e il suo sorvegliante gli dice: ‘Lo compro da te’, se vuole venderlo gli dirà: ‘Pagami quello che mi piace’; ma se non vuole venderlo, il sorvegliante non deve costringerlo. Se la casa di un uomo potente è vicina a quella di un cliente e il potente gli dice: ‘Voglio comprarla’, allora se vuole vendere gli dirà: ‘Pagami in argento quanto mi conviene’, oppure ‘Rimborsami con una quantità equivalente di orzo’; ma se non vuole vendere, l’uomo potente non deve costringerlo.
CONCLUSIONE
Egli [Urukagina] liberò gli abitanti di Lagash dall’usura, dai controlli oppressivi, dalla fame, dal furto, dall’omicidio e dal sequestro (dei loro beni e delle loro persone). Stabilì la libertà (di un certo tipo). La vedova e l’orfano non erano più alla mercé dei potenti: fu per loro che Urukagina strinse la sua alleanza con Ningirsu.”