Spedizioni e scorrerie
in Europa

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Un popolo di audaci conquistatori

Dalla penisola dello Jutland e dalla penisola scandinava cominciarono ad arrivare scorrerie di popolazioni che furono destinate ad avere grande impatto sull’Europa: i Normanni (cioè “uomini del Nord”) o Vichinghi. Erano abilissimi marinai e formidabili combattenti a cavallo, che si spinsero verso sud probabilmente
a causa di un aumento demografico, unito a una crisi dell’agricoltura che rese insufficienti le risorse locali. Su imbarcazioni agili e robuste, in grado di risalire i fiumi e affrontare l’Oceano Atlantico, arrivarono a luoghi molto lontani: l’Islanda, la parte settentrionale del continente americano (che furono i primi europei
a raggiungere), fino alla Russia e al Mar Nero. Qui iniziarono a lavorare come mercanti, oppure si offrirono come mercenari al servizio dell’imperatore bizantino. Con il tempo, crearono dei principati,
il più famoso dei quali fu quello di Kiev, da cui si originò il futuro impero russo.

Nell’Europa occidentale i Normanni attaccarono l’Inghilterra (dove costituirono tanti piccoli principati
in una regione che venne chiamata Danelaw), l’Irlanda, e si spinsero anche verso la penisola iberica controllata dagli Arabi. Il luogo in cui si insediarono stabilmente e consacrarono maggiormente il loro dominio fu però la Francia settentrionale, nella regione che ancora oggi porta il loro nome: Normandia.
Qui diventarono vassalli del re franco Carlo il Semplice e si integrarono nel mondo franco, conservando intatta tutta la loro potenza militare: il ducato di Normandia diventò uno dei più potenti di Francia, tanto che nell’XI secolo sarà il normanno Guglielmo il Conquistatore a invadere e conquistare l’Inghilterra.

(Nell’immagine, una miniatura che ritrae i Danesi in viaggio verso l’Inghilterra nel IX secolo.)

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La minaccia dei pirati razziatori

L’Europa dovette fronteggiare anche la minaccia di popolazioni che provenivano da sud: i Saraceni (termine con cui si indicavano genericamente pirati arabo-musulmani), che muovevano dalle città del Nord Africa e dalla Spagna, si lanciavano in incursioni e scorrerie soprattutto dal mare, sbarcando all’improvviso sulle coste e dirigendosi verso l’interno. Si dedicavano a fulminee razzie e saccheggi contro città, villaggi e anche proprietà ecclesiastiche, dandosi poi alla fuga. Grazie alla loro grande abilità di risalire i fiumi rapidamente, riuscirono persino ad arrivare a saccheggiare Roma. Le loro scorrerie causarono distruzioni e perdite immense; verso la fine del IX secolo raggiunsero i principali monasteri dell’Italia centrale e settentrionale, e le zone razziate più frequentemente furono abbandonate.
La loro roccaforte di Frassineto, in Provenza, sorgeva in una zona impervia, imprendibile via terra,
e da lì poterono agire indisturbati per molto tempo, poiché nessuno dei signori cristiani del
territorio disponeva di una flotta da guerra in grado di sgominarli.
(Nell’immagine, una miniatura del IX secolo che ritrae una nave di pirati saraceni.)

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Dagli Urali all’Ungheria

Sul finire del IX secolo, altri popoli iniziarono a premere sull’Europa orientale: gli Ungari, una popolazione nomade di cavalieri di stirpe ugro-finnica (affine agli Unni) proveniente dai monti Urali. Si erano stanziati
in Pannonia, nella zona del medio Danubio, la regione che da loro avrebbe poi successivamente preso
il nome di Ungheria. Da qui ogni anno gli Ungari partivano in cerca di bottino, diretti verso la Germania meridionale, la Francia e l’Italia (qui giunsero a più riprese, arrivando anche a devastare la città di Pavia
nel 924). Con il tempo, gli eserciti europei impararono a contrastare questi ottimi cavalieri che compivano terribili carneficine e distruzioni. Nel 955, il re di Sassonia Ottone I inflisse loro una pesante sconfitta
nella battaglia di Lechfeld, nella zona sud-occidentale della Germania. Con questo ebbero fine le scorrerie degli Ungari, che diventarono sedentari e cominciarono a convertirsi al cristianesimo. Nel 1000 papa Silvestro II concesse la corona regia al capo ungaro che divenne re con il nome di Stefano I: nacque così il regno cristiano di Ungheria, con cui gli Ungari entrarono a far parte del sistema politico europeo. (Nell’immagine, la battaglia di Lechfeld rappresentata in un manoscritto medievale.)

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