L’impero di Alessandro Magno

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Oltre l’impero persiano

Dopo essere sbarcato in Asia Minore, Alessandro sbaragliò gli eserciti guidati dai satrapi locali nella battaglia sul fiume Granico. In questo modo, liberò le città greche rimaste a lungo sotto il dominio persiano e portò a compimento il sogno di conquista dell’Asia Minore accarezzato da suo padre Filippo. Tuttavia, decise di andare avanti, per proseguire nella sottomissione dei territori assoggettati ai Persiani e ponendo le basi per la creazione di un impero che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto essere universale. (Nell’immagine, il dipinto Le passage du Granique di Charles Le Brun, 1664-1665, che ritrae la battaglia.)

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Un’umiliante sconfitta

Dopo la sconfitta sul fiume Granico, l’imperatore persiano Dario III assunse personalmente il comando
del suo esercito e affrontò i Macedoni a Isso, nel 333 a.C. Malgrado l’enorme dispiego di forze dei Persiani,
fu Alessandro ad avere la meglio dopo una lunga battaglia, e il Gran Re fu addirittura costretto a darsi precipitosamente alla fuga. Dario dovette abbandonare persino sua moglie e le sue due figlie, che furono catturate dal nemico; Alessandro, tuttavia, non sottopose a un duro regime le principesse reali,
ma le trattò con grande rispetto e con tutti gli onori. (Nell’immagine, il celebre mosaico de La battaglia
di Isso
, rinvenuto a Pompei durante gli scavi archeologici e risalente al 100 a.C.)

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Impossibile opporsi ad Alessandro

Dopo essersi imposto in Asia Minore, Alessandro decise di proseguire verso la Fenicia e l’Egitto, anziché proseguire direttamente verso la Persia all’inseguimento del nemico. Voleva infatti impadronirsi delle regioni costiere di Siria, Fenicia e Palestina, dove si trovavano le basi della flotta persiana. La maggior parte delle città fenicie si sottomise volontariamente al nuovo sovrano, quindi Alessandro si dimostrò clemente verso di loro, mentre fu spietato con le città che gli opposero resistenza. Il caso più emblematico fu quello di Tiro, che venne assediata, saccheggiata e distrutta. (Nell’immagine, l’incisione Une action navale lors du siège de Tyr di André Castaigne, 1898-1899, che rappresenta l’assedio navale
di Tiro a opera dell’esercito di Alessandro.)

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La prima Alessandria

Dopo aver assoggettato la Fenicia, Alessandro continuò la sua avanzata in Egitto, dove fu accolto come un liberatore dalla popolazione che mal tollerava il dominio persiano. Gli vennero tributati grandi onori, come a un novello faraone, e i sacerdoti gli riconobbero una natura divina. Alessandro fondò una città sulla foce del Nilo, a cui diede il nome di “Alessandria” (la prima di una lunga serie di città che portarono il suo nome). Alessandria d’Egitto diventò in seguito uno più importanti porti del Mediterraneo e assunse un ruolo di primo piano nel mondo culturale ellenistico, grazie alla sua ricchissima biblioteca
(nell’immagine, un’ipotetica ricostruzione dell’antica biblioteca di Alessandria).

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La battaglia decisiva

Dopo aver conquistato l’Egitto, Alessandro proseguì la sua avanzata verso la Mesopotamia, attraversò
il Tigri e l’Eufrate e si scontrò per l’ultima volta con Dario a Gaugamela, nei pressi dell’antica capitale assira Ninive. La battaglia affermò perentoriamente il dominio di Alessandro: sconfisse nuovamente Dario
e conquistò Babilonia, Susa e Persepoli, le principali città persiane. Il Gran Re cercò rifugio nelle province più orientali dell’impero che erano ancora sotto il suo controllo, ma fu ucciso a tradimento dal governatore Besso. Alessandro fece seppellire Dario con tutti gli onori e ordinò di giustiziare Besso, presentandosi
così come il legittimo erede dei sovrani persiani. (Nell’immagine, La battaglia di Gaugamela
di Jan Bruegel il Vecchio, 1602.)

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Verso i confini del mondo

Alessandro aveva ormai inglobato anche gli ultimi territori persiani nel suo impero: il traditore Besso era infatti governatore della Sogdiana, corrispondente agli attuali Tagikistan e Uzbekistan. A questo punto, spinto forse da un indomabile spirito di conquista e di avventura, decise di spingersi ancora più a est e conquistare l’India. Attraversò le regioni dell’attuale Afghanistan e scese verso la valle del fiume Indo,
dove sconfisse il re indiano Poro. Avrebbe voluto proseguire la sua avanzata fino al Gange,
ma le sue truppe, sfinite da anni di guerre, si rifiutarono di continuare. Alessandro accettò quindi
di tornare indietro a Babilonia. (Nell’immagine, una moneta d’argento che raffigura
Alessandro in battaglia contro Poro, IV secolo a.C.)

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Alla conquista dell'impero persiano
L’avanzata in Medio Oriente
Alessandro dominatore dell’Asia